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"Tintoretto"
La Galleria Moshe Tabibnia è lieta di presentare al pubblico un allestimento straordinario, che riunisce cinque tappeti Ushak a piccolo medaglione, cosiddetti “Tintoretto”.

Questo gruppo di pregevoli manufatti tessili anatolici, risalenti al XVI secolo, entrano nel linguaggio comune con la denominazione desunta dal pittore Jacopo Robusti, detto il “Tintoretto” (1518 - 1594). Il grande protagonista della pittura veneziana cinquecentesca ha raffigurato esemplari di questa tipologia in due opere pittoriche: Susanna e i vecchioni (1550) e Il ritrovamento del corpo di San Marco (1562 - 1566). Quest’ultima, conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano, rappresenta una scena dall’impianto fortemente teatrale, con il corpo del santo in primo piano adagiato su un tappeto appartenente proprio a tale categoria. Osservando con attenzione l’opera si può notare l’elegante motivo “a fasce di nubi” nella bordura del tappeto, un disegno di antica derivazione cinese, riscontrabile anche in un meraviglioso esemplare attualmente in mostra.

Jacopo Robusti non fu, tuttavia, il primo a raffigurare questa tipologia di tappeto e tanto meno il più attento nel riprodurne le peculiarità stilistiche. L’accostamento più calzante nella pittura europea è l’opera dipinta nel 1519 da Gerolamo da Santacroce (1480? - 1556) intitolata Vocazione di San Matteo, conservata al Museo Civico di Bassano del Grappa. L’opera fornisce un imprescindibile limite cronologico, al quale gli storici del tappeto possono far riferimento per dedurre il periodo di questa produzione in Anatolia.
 
Il disegno cosiddetto “Tintoretto” ha certamente avuto origine nel XV secolo, come testimoniano le analogie stilistiche con le decorazioni delle rilegature dei libri in voga durante quest’epoca.
Il campo a tinta unita è caratterizzato dalla presenza di un piccolo medaglione centrale, dal disegno elegante ed essenziale negli esemplari più antichi, incorniciato ai quattro angoli da cantonali con ornamenti che si uniscono su entrambi i lati di testata dando l’aspetto di una nicchia. Dalla nicchia superiore pende talvolta un dettaglio decorativo, presente in quattro esemplari esposti, che ricorda la lampada del mihrab, l’elemento architettonico presente all’interno delle mosche per identificare la direzione della Mecca e indicare ai fedeli l’orientamento da tenere durante la preghiera.
           
Gli esemplari in mostra, pur mantenendo un impianto compositivo simile, recano elementi di grande originalità nel raffinato disegno delle bordure e dei cantonali, qui presentati attraverso tre tipologie distinte.
Le due principali tipologie di bordure che caratterizzano questa famiglia, “a nastri di nubi” e “a palmette”, sono ben testimoniate dai manufatti tessili esposti. La prima bordura, riscontrabile nella pittura italiana del XVI secolo, si contraddistingue per l’andamento ritmico delle nuvole, ai lati delle quali spesso compaiono piccoli motivi quadrilobati che ricordano il decoro dei nodi infiniti, simboli classici dell’iconografia buddhista di carattere beneaugurale. L’esemplare con bordura “a nastri di nubi” attualmente esposto attira all'istante l’attenzione per i suoi delicatissimi colori pastello, nonché per la policromia dei cantonali, costituendo un esempio davvero unico nel suo genere.
Tre tappeti esibiscono, invece, la ricca bordura “a palmette” con un decoro che si snoda attorno a un profilo arabescato e in cui si possono riconoscere le foglie di vite e diversi boccioli di fiori.
L’allestimento presenta anche un tappeto con una terza tipologia di bordura che risalta per l’elaborata decorazione floreale.
Un altro elemento degno di nota è indubbiamente costituito dagli ornamenti nella posizione dei cantonali. Due tappeti di rara eleganza presentano la decorazione a “fasce di nubi”, che fluttua morbidamente sul fondo. Gli altri esemplari sono, invece, caratterizzati da cantonali con profili sinuosi di forme arabescate, leggeri e raffinati, che evocano l’idea di una grata di metallo cesellato poggiato sul fondo rosso.
 
I particolari stilistici siglano l’alta cifra artistica dei tappeti cosiddetti “Tintoretto”, che spiccano per la preziosità dei dettagli ornamentali e la vibrante gamma cromatica, identificandoli fra le tipologie più ambite e ricercate nella produzione dell’area di Ushak.