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BRUCE BAGANZ
George Hewitt Myers Award per il contributo di una vita all’arte tessile
Presentazione di Romain Zaleski e Moshe Tabibnia
18 settembre 2025
Benvenuti a tutti coloro che sono con noi questa sera, e anche agli innumerevoli altri che ci stanno guardando dalla diretta streaming via Zoom.
Siamo qui riuniti per presentare il George Hewitt Myers Award per i successi di una vita e i contributi significativi nello (studio dell’) arte tessile al Sig. Romain Zaleski e al Sig. Moshe Tabibnia. Nominati dal fondatore del Textile Museum, e presentato dal Consiglio d’amministrazione, questo è il più alto riconoscimento internazionale nel campo delle arti tessili.
Come noto ai loro numerosi amici e ammiratori, sia il sig. Zaleski sia il sig. Tabibnia vivono a Milano, in Italia.
Il signor Zaleski è un ingegnere francese, un imprenditore e uomo d’affari che possiede presumibilmente la più importante collezione privata di antichità tessili al mondo.
Il signor Tabibnia è un esperto d’arte, proprietario della Collezione Moshe Tabibnia, e editore di alcuni dei migliori libri d’arte riguardanti i tappeti e l’arte tessile.
Siamo onorati di avere con noi stasera i membri di entrambe le famiglie del sig. Tabibnia e del sig. Zaleski. Hanno tutti viaggiato dall’Europa e hanno investito molto impegno per essere qui.
Sono con noi i figli del sig. Zaleski Wladimir e Konstantin e sua figlia Helene.
Inoltre è con noi Karin Dobbin, moglie del sig. Tabibnia.
Infine [è con noi] il sig. Flavio Pasotti, il CEO del Centro Culturale MITA di Brescia, in Italia. Saprete di più sul Centro MITA questa sera: è il deposito dei 1330 tappeti della Collezione Zaleski.
Ognuno di voi ci onora, e onora i signori Zaleski e Tabibnia, con la vostra presenza. Grazie di essere qui.
Ho incontrato per la prima volta il sig. Tabibnia a metà degli anni 90. All'inizio, in modo informale, ci incontravamo agli eventi dedicati ai tappeti o alle anteprime delle aste di arte islamica, dove venivano esposti tappeti e tessuti. Oddio… aveva una conoscenza e delle risorse che non avevano eguali. Più tardi, ho incontrato il sig. Tabibnia insieme al suo amico il sig. Zaleski in posti come la galleria di tappeti Hagop Manoya di New York, o case d’asta.
Io e Moshe siamo diventati amici quasi subito. La sua grande conoscenza ed empatia hanno contribuito. Imparo sempre molto da lui. È un consigliere fidato che ha molto da condividere sul gusto e l’estetica.
Nel 2023, come capo del Centro di Ricerca di Arte [del Vicino] Oriente, ho avuto il piacere di essere raggiunto da Ben Evans della rivista Hali nel presentare al sig. Tabibnia e al sig. Zaleski il Joseph V. McMullan Award per borsa di studio e amministrazione in arte islamica tessile.
Intitolato a uno dei più grandi collezionisti di tappeti americani del XX secolo, il Premio McMullan è il massimo riconoscimento nel campo dei tappeti. I pezzi della collezione di Joseph McMullan [fanno parte del catalogo del] Metropolitan Museum of Art, dell’Art Institute di Chicago, del Museum of Fine Arts di Boston e del Textile Museum. La galleria principale del Textile Museum è stata intitolata in omaggio al Sig. McMullan.
Questa presentazione del McMullan Award del 2023 si è tenuta a Milano, durante la cerimonia di apertura del Centro Culturale MITA di Brescia, dove ho conosciuto per la prima volta Wladimir, Konstantin e Helene Zaleski, insieme a Flavio Pasotti.
La collezione di tappeti del sig. Zaleski rappresenta 50 anni di collezionismo con oltre 1300 capolavori di tappeti da 3 continenti datati dal XV al XIX secolo: è, ad oggi, la più completa collezione privata esistente.
Estraggo da un’intervista al sig. Zaleski nel La Gazette Drouot:
Domanda: Da dove è scaturita la sua passione per i tappeti?
Risposta del sig. Zaleski: Ho fatto il mio primo acquisto nel 1956, quando ero un soldato nell’arma francese in Marocco. Questo tappeto non era di valore. Ho continuato a comprarne altri, non di grande importanza. Volevo solo decorare la mia casa di Milano. Conseguentemente a un allagamento negli anni 80, ho iniziato a interessarmi a questo mondo che mi era stato sconosciuto fino a quel momento.
Sono andato da un venditore nell’area di Bergamo per far riparare i miei tappeti danneggiati. Dopo aver riso davanti alla loro bassa qualità, mi ha portato nel suo magazzino e me ne ha mostrati alcuni molto più belli. Sono ritornato a casa con 4 tappeti sottobraccio e, più di ogni altra cosa, con una nuova passione.
La mia collezione di tappeti ora consiste in oltre 1330 pezzi, tutti a Brescia. Ho anche una collezione di circa un centinaio di arazzi.
Domanda: Qual è la qualità più importante per diventare un buon collezionista di tappeti?
Risposta del sig. Zaleski: Bisogna essere veloci. Bisogna avere occhio per riconoscere le opportunità del mercato.
La conoscenza dell’arte da parte del sig. Tabibnia va oltre i tappeti e gli arazzi. Ha costruito un istituto privato d’arte a Milano, la Galleria Building, che ospita mostre di vari artisti contemporanei.
La stessa collezione Moshe Tabibnia è inserita in una bellissima galleria milanese.
Tra le varie pubblicazioni del sig. Tabibnia, spicca la magnifica Milestones in the History of Carpets, che comprende alcuni dei tappeti del sig. Zaleski. Il testo di Milestones è a cura del Dr. Jon Thompson, destinatario del Myers Award nel 2009.
Moshe Tabibnia è l’equivalente moderno di Stefano Bardini (1836-1922)? Ci sono parallelismi tra le rispettive collezioni: Bardini era un conoscitore d’arte fiorentino e commerciante di dipinti, sculture, antichità, pezzi di architettura e tappeti. Molte opere conosciute portano la provenienza di Bardini, [includendo pezzi] alla National Gallery of Art e al Metropolitan Museum of Art.
Proseguendo nella storia della sua vita, i figli di Bardini e i loro figli a seguire hanno portato avanti l’impresa del padre. Oggi il Museo Bardini a Firenze è composto dalla collezione Bardini, invenduta da 3 generazioni. È un museo affascinante, da vedere.
È ora un mio privilegio conferire il George Hewitt Myers Award 2025 per il contributo di una vita all’arte tessile al Sig. Romain Zaleski e al Sig. Moshe Tabibnia.
Congratulazioni a entrambi.
È con grande piacere presentarvi Karin Dobbin, moglie di Moshe Tabibnia.
È un onore presentare Flavio Pasotti della Fondazione Tassara e del Centro Culturale MITA di Brescia.
MOSHE TABIBNIA
Discorso di Accettazione del George Hewitt Myers Award – 16/09/2025
Signore e Signori, stimati colleghi e cari amici,
È con profonda umiltà e sincera gratitudine che io e Romain Zaleski siamo qui questa sera per ricevere il George Hewitt Myers Award per il contributo di una vita alle arti tessili.
Vorremmo ringraziare il Textile Museum e il suo partner affiliato, la George Washington University.
Un sentito grazie va a Ellen Granberg, Presidente della George Washington University, e a Bruce Baganz, presidente del Consiglio di Amministrazione del Textile Museum.
Siamo grati a tutti i membri del consiglio di amministrazione del Textile Museum, molti dei quali conosciamo e apprezziamo da molto tempo. Inoltre, è per noi un grande piacere incontrare gli altri membri del consiglio di amministrazione del Textile Museum e i membri del consiglio di amministrazione del George Washington Museum e del Textile Museum, insieme alla direzione e al personale del museo.
Siamo profondamente onorati di essere riconosciuti tra i precedenti destinatari di questo prestigiosissimo premio internazionale, tutti protagonisti di un enorme impatto nel mondo dell’arte tessile.
Provo un sincero senso di apprezzamento e profondo rispetto ad essere qui con tutti voi questa sera, al Textile Museum di Washington — un luogo che da sempre è faro di studio, conservazione e ispirazione per tutti noi che troviamo significato nell’ordito e nella trama dell’arte tessile.
Ricevere qui il George Hewitt Myers Award, circondato da persone che hanno dedicato la loro vita allo studio, alla conservazione e alla celebrazione di questa forma d’arte, è un momento che porterò sempre con me.
Il mio nome è Moshe Tabibnia e, per oltre quarant’anni, ho scelto di dedicare la mia vita alla bellezza, all’arte e, in particolare, all’arte tessile.
Ho vissuto questo percorso come gallerista, collezionista, studioso, ma più di ogni altra cosa, come custode.
Un custode della memoria.
Per me, non è semplicemente una professione, ma una missione. Un modo per scoprire, proteggere e condividere le storie silenziose intrecciate negli orditi e nelle trame dei tessuti antichi.
Ogni pezzo è un frammento della storia umana, una testimonianza di mondi perduti, di mani dimenticate, di un genio artistico che ancora oggi risuona nel tempo.
Il mio viaggio è iniziato nel 1982, ma ha trovato la sua vera voce un decennio più tardi, nel 1992, quando ho aperto la mia galleria a Milano, uno spazio che, ancora oggi, più di trent’anni dopo, rimane il cuore della mia attività.
Alcuni dei più grandi privilegi della mia carriera sono nati dal lavoro a stretto contatto con collezionisti e istituzioni di tutto il mondo.
Tra i primissimi, la collaborazione e l’amicizia con Romain Zaleski, un industriale, imprenditore, collezionista in molti campi, e un saggio e generoso filantropo, che è con noi questa sera, e la cui presenza mi onora profondamente.
Il nostro è stato un cammino di scopo condiviso e di scoperta, costruito su amicizia, fiducia e una passione insaziabile per la bellezza.
In più di trent’anni, abbiamo viaggiato insieme per il mondo visitando musei, mostre, aste e collezioni private, assemblando instancabilmente e con gioia quella che è oggi una delle collezioni private di tappeti e tessuti più importanti al mondo, che va dal XV al XIX secolo.
Romain, la tua fiducia e visione hanno reso questo cammino non solo significativo, ma veramente pieno di senso. È stato un onore che va oltre le parole.
La moglie e migliore amica di Romain, Helen de Prittwiz Zaleski, che ci ha tristemente lasciato l’anno scorso, è stata una forza immensa dietro questa collezione. Il suo entusiasmo e il suo occhio infallibile per la bellezza ci hanno portato ad assemblare una collezione di oltre cento arazzi europei antichi che, successivamente, ho avuto l’onore di pubblicare in un libro.
Non posso parlare di questo cammino senza onorare anche Marino Dall’Oglio, uno dei collezionisti più appassionati e informati che abbia mai conosciuto. Con sua moglie Klara, hanno assemblato una collezione straordinaria di arazzi, tappeti e tessuti — un’eredità che ho avuto il privilegio di portare avanti.
Marino e Klara non sono più con noi, ma il loro spirito vive nei lavori che amavano e nella memoria della loro passione silenziosa e dignitosa.
Insieme, Romain e Marino sono stati e rimangono pilastri nella mia vita.
Sono stato fortunato a camminare al fianco di molti altri collezionisti che hanno plasmato questo campo con la loro generosità e curiosità.
Come potrei non menzionare il compianto Alessandro Bruschettini, la cui fondazione continua ad arricchire la nostra comprensione dell’arte islamica e tessile attraverso mostre e pubblicazioni innovative: un vero mecenate e visionario.
Tra la nuova generazione di collezionisti desidero riconoscere con affetto Paz Littman, un caro amico e una mente perspicace, la cui dedizione ai tappeti negli ultimi due decenni segnala un futuro luminoso per questo campo. Mi dà speranza vedere questa passione portata avanti con così tanta sincerità e profondità.
Nel corso degli anni, la mia ricerca nell’arte tessile ha assunto il carattere di una vera e propria ricerca, spesso una caccia, sì, ma non solo per oggetti. Per il significato. Per l’origine. Per la presenza.
C’è una sorta di emozione in queste ricerche, ma anche un senso di profonda responsabilità.
Ricordo vividamente il momento in cui appresi del magnifico tappeto Holbein a grande motivo, che probabilmente arrivò a Venezia all’inizio del XV secolo e vi rimase, passato di mano in mano, fino a riapparire nella vendita della Collezione Carlo Monzino alla casa d’aste Finarte Semenzato di Venezia nel 2002.
Questo magnifico tappeto fu scoperto sotto a un letto, dove era rimasto per molto tempo. Ricordo di aver visto l’asta con Romain: era stato catalogato erroneamente con una stima molto bassa. Alla fine, stavo, in effetti, facendo un’offerta contro diversi offerenti esperti che conoscevano perfettamente il giusto valore e l’importanza di questo tappeto. Dopo una lunga e decisa lotta, è entrato a far parte della collezione della mia galleria. Successivamente, è entrato nella Collezione Zaleski.
Poi l’incredibile tappeto medaglione Karapinar, mal catalogato e precedentemente inedito, è riemerso in un’asta ad Ashville, Carolina del Nord, nel 2003.
Mi è pervenuto attraverso una fotografia sfocata da Elizabeth Parker, che è con noi stasera —grazie, Elizabeth — e passò attraverso le mani di Karin prima di arrivare nelle mie. L’immagine era piccola, ma ciò che trasmetteva era immenso.
Ero sul volo successivo per Newark. Durante il viaggio in taxi ricevetti molte telefonate, tra cui una da Mary Jo Otsea, anche lei con noi stasera. C’era un’eccitazione crescente attorno a questo tappeto. Una volta messo gli occhi su questo Karapinar di persona, capii che era uno dei tappeti più importanti apparsi sul mercato negli ultimi decenni.
Da lì, è entrato nella collezione della mia galleria e, successivamente, ha trovato il suo giusto posto nella Collezione Zaleski.
Negli ultimi anni, la tecnica del vaso “Deering” Kirman, mal identificata e giudicata erroneamente in un’asta della Florida, ma che portava la prestigiosa provenienza della leggendaria Collezione Deering. Un raro caso in cui destino e studio si sono allineati perfettamente.
Forse il momento più poetico del lavoro della mia vita finora è stato l’acquisto di un frammento dell’arazzo di Basilea.
Nello stesso periodo, avevo visitato musei e istituzioni che ospitavano arazzi simili, studiandoli tutti, incerto se quel determinato pezzo esistesse ancora o sarebbe mai riemerso. Dopo alcuni giorni di lunghe e stressanti trattative, come se fosse predestinato, è entrato nella collezione della mia galleria.
I mesi precedenti quell’acquisto ora sembrano una preparazione silenziosa, un cammino che la vita aveva tracciato per me, per essere pronto quando sarebbe arrivato il momento.
Questi non sono semplici aneddoti, bensì riflessioni su cosa significhi essere un custode della memoria culturale. Ogni pezzo è più di un semplice tessuto. È un vaso dello spirito umano, un artefatto dell’esperienza vissuta, un capitolo nella storia dell’arte e della civiltà. Preservarli significa preservare una parte di chi siamo.
Ugualmente memorabile è stata la mostra che ho avuto l’onore di co-curare l’importantissima mostra presso la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia, dedicata interamente alla Collezione Zaleski, nella quale i tappeti classici entrarono in dialogo con i maestri pittori italiani del XV e XVI secolo. È stata una celebrazione indimenticabile della bellezza interculturale.
La mostra Intrecci del Novecento alla Triennale di Milano e la sua pubblicazione simultanea sono il frutto di cinque anni di ricerca che vuole collegare il tessile alla narrazione più ampia dell’arte del XX secolo, una passione che mi ha anche ispirato a fondare BUILDING nel 2017, una galleria d’arte contemporanea e casa editrice.
BUILDING è un palazzo di sei piani nel cuore di Milano, interamente dedicato al mio amore più ampio per l’arte, scoperto negli ultimi anni: l'arte contemporanea.
Questa sera ritengo anche importante menzionare altre due persone: il compianto Jon Thompson, mio caro amico, con cui ho collaborato per “Milestones”.
Questo libro, che abbiamo creato insieme, studia e racconta le storie di 30 capolavori dal XV al XVII secolo provenienti dalle principali dinastie di quel periodo, i Ming della Cina, i Mughal dell'India, i Safavidi della Persia, gli Ottomani della Turchia e i Mamelucchi dell'Egitto.
Rimarrà sempre il capolavoro delle pubblicazioni della Galleria Moshe Tabibnia.
E infine, il compianto Nello Forti Grazzini, uno dei più esperti studiosi nel campo degli arazzi europei: la sua competenza e conoscenza sono state fondamentali nel lavorare al progetto e alla pubblicazione “Gli Arazzi della Collezione Zaleski”.
Durante tutto questo viaggio, non ho mai camminato da solo: questi successi appartengono altrettanto agli studiosi la cui ricerca ha dato un contesto, ai restauratori le cui mani hanno portato rinnovamento, ai collezionisti la cui passione ha dato a queste opere una casa, e ai musei come questo, che assicurano che il pubblico possa vedere, apprendere e apprezzare queste straordinarie opere d'arte.
Su un piano più personale, devo ringraziare la mia famiglia. Il loro supporto attraverso lunghe giornate e viaggi interminabili, la loro silenziosa presenza dietro ogni decisione importante è un debito d’amore che porto con orgoglio.
Ringrazio anche i membri delle mie gallerie, passati e presenti. Voglio sottolineare e riconoscere la loro dedizione alla ricerca, conservazione e lealtà.
Mentre accetto questo premio questa sera, sono anche profondamente grato per aver ricevuto in precedenza il MacMullan Award, un altro riconoscimento che continuo ad apprezzare.
Per il MacMullan Award, per il George Hewitt Myers Award e per così tante altre avventure personali e professionali che non ho il tempo di menzionare tutte nel mio discorso stasera.
Voglio esprimere la mia sincera gratitudine a Bruce Baganz, il cui impegno incrollabile è stato di fondamentale importanza per il Textile Museum. Bruce, il tuo instancabile lavoro assicura che l’eredità dell’arte tessile continui a prosperare non solo come ricerca, ma come ispirazione per le generazioni future. La tua passione garantisce che coloro che verranno dopo di noi continueranno ad avvicinarsi a queste opere con rispetto, curiosità e meraviglia. Bruce ha costruito la sua collezione privata con precisione e dedizione nel corso di molti anni. La sua vasta conoscenza del mondo dei Suzani diventerà un libro fondamentale nel prossimo futuro.
Questo premio non è solo un riconoscimento del lavoro della mia vita, ma è, ancor più, una celebrazione della forma d’arte stessa. Un ricordo dell’indiscusso valore dei tessuti in un mondo troppo rapido nel dimenticare il valore dell’artigianato, dell’antico, del sacro.
Grazie, dal profondo del mio cuore, per questo onore. È un privilegio condividerlo con tutti voi.
Grazie.


