Dal 23 maggio al 1 settembre 2014 il Museo Poldi Pezzoli organizza una preziosa mostra-dossier per celebrare il ritorno, dopo un importante restauro, di una delle sue opere d’arte più straordinarie: il tappeto persiano safavide del XVI secolo noto come tappeto “delle tigri”.
L’esposizione, a cura di Michael Franses, ricercatore associato per importanti musei, presenta al pubblico il contesto in cui fu realizzato il prestigioso tappeto, acquistato dallo stesso Gian Giacomo Poldi Pezzoli in un’asta privata nel 1855. Prodotto circa 450 anni fa nell'Iran centrale, questo manufatto è uno dei rari esemplari oggi in Italia di tappeti creati per la corte reale di Shah Tahmasp (sovrano della grande dinastia persiana safavide fra il 1525 e il 1576), ma soprattutto è uno dei due esemplari di questo periodo, presenti in musei italiani (e sorprendentemente entrambi nel Museo Poldi Pezzoli), a essere giunto ai giorni nostri completo in tutte le sue parti, nonostante i diversi interventi di restauro subiti nel passato.
Nella cultura persiana il tappeto è spesso una trasposizione del giardino dell’Eden: questo particolare esempio, decorato con decine di animali vivaci e belve feroci, diventa un vero parco del Paradiso. Il tappeto reca in una cornice della bordura una raffinata poesia i cui versi ci dicono che esso fu creato per “i piedi del Dario dell'Universo”, alludendo probabilmente allo stesso sovrano Shah Tahmasp.
La mostra "Il Giardino del Paradiso nel tappeto delle tigri" del Museo Poldi Pezzoli e nei tappeti persiani del XVI secolo diventa dunque l’occasione per ripresentare al pubblico un manufatto di straordinaria rarità e preziosità, realizzato in lana, seta e filato d’argento (un tempo anche dorato), che i più recenti studi hanno messo in relazione con i celebri tappeti della moschea di Ardebil, ora conservati al Victoria and Albert Museum di Londra e al Los Angeles County Museum of Art.
Allo scopo di preservare questo prezioso esemplare, la direzione del museo, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Storico Artistici della Lombardia, ha affidato a Luisella Belleri di Open Care, società specializzata in servizi integrati per la gestione, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio artistico, un complesso e delicato intervento conservativo e di restauro. Il risultato di questa operazione viene presentato al pubblico insieme al famoso tappeto “di caccia” della prima metà del XVI secolo (il secondo dei due esemplari di tappeto persiano safavide completo), di proprietà della Pinacoteca di Brera, ma in deposito al Poldi Pezzoli fin dal 1923, e ad altri straordinari tappeti e frammenti di tappeti persiani del XVI secolo provenienti da collezioni pubbliche (il Museo Nazionale del Bargello e il Museo Stefano Bardini di Firenze) e private (una delle quali curata dalla Galleria Moshe Tabibnia).
Milano, Museo Poldi e Pezzoli
23 maggio - 1 settembre 2014