Dal 7 maggio al 11 luglio 2015 la Galleria Moshe Tabibnia presenta "Racconti tessuti. Arazzi e ricami dal Gotico al Rinascimento",un’esposizione importante che dà luce a un lungo periodo di studi e ricerche, indirizzati alla scoperta degli esemplari più antichi di arazzi e ricami europei, assoluti capolavori d’arte tessile per l’altissima qualità stilistica e tecnica con cui son stati realizzati.
A due passi da Palazzo Reale, dove si svolgono nello stesso periodo le mostre “Il principe dei sogni: Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” e “Arte lombarda dai Visconti agli Sforza” e dalla Pinacoteca di Brera, la Galleria Moshe Tabibnia espone, attraverso un percorso cronologico, geografico e tematico, arazzi gotici di area svizzera e tedesca del ‘400, arazzi franco-fiamminghi e fiamminghi, realizzati tra il ‘400 e il ‘600 così come gli arazzi mille fleurs, verdure e feuille de choux; arazzi e cuscini narrativi e allegorici del ‘500 e ‘600 e ricami europei sacri e profani dal ‘500 all ‘800. Una sezione sarà dedicata, come omaggio a Expo 2015, a una selezione di tessili che, per i soggetti rappresentati e per l’uso d’origine, si connettono al tema del nutrimento nella storia e nella cultura, e al cibo come simbolo sacro.
A due passi da Palazzo Reale, dove si svolgono nello stesso periodo le mostre “Il principe dei sogni: Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” e “Arte lombarda dai Visconti agli Sforza” e dalla Pinacoteca di Brera, la Galleria Moshe Tabibnia espone, attraverso un percorso cronologico, geografico e tematico, arazzi gotici di area svizzera e tedesca del ‘400, arazzi franco-fiamminghi e fiamminghi, realizzati tra il ‘400 e il ‘600 così come gli arazzi mille fleurs, verdure e feuille de choux; arazzi e cuscini narrativi e allegorici del ‘500 e ‘600 e ricami europei sacri e profani dal ‘500 all ‘800. Una sezione sarà dedicata, come omaggio a Expo 2015, a una selezione di tessili che, per i soggetti rappresentati e per l’uso d’origine, si connettono al tema del nutrimento nella storia e nella cultura, e al cibo come simbolo sacro.