Scorrendo le immagini della storia dell’arte europea è impossibile non notare la copiosa presenza di tappeti che accompagnano scene sacre e quotidiane. Nelle raffigurazioni pittoriche, dal Medioevo in poi, si osservano numerosi tappeti posti ai piedi della Vergine Maria e dei santi ma anche distesi su tavole imbandite a ospitare cibi e oggetti carichi di significati spirituali e allegorici, allo scopo di delimitare la sacra rappresentazione in un’aura di rilievo. Ciò che accomuna tutte queste rappresentazioni è l’identificazione del tappeto come luogo d’eccezione: un suolo sacro, esclusivo e solenne.
È da questo assunto che nasce la mostra "Suolo sacro" presso la Galleria Moshe Tabibnia, un excursus nella storia della pittura e dell’arte tessile dal Medioevo al XIX secolo nella quale saranno affiancati importanti tappeti antichi a altrettanti famosi dipinti.
In questa digressione nella storia della pittura, è importante mettere in risalto come molti dei dipinti antichi di grandi maestri italiani messi in parallelo ai tappeti antichi della collezione Moshe Tabibnia appartengano alle collezioni di due importanti musei milanesi: la Pinacoteca di Brera e il Museo Poldi Pezzoli. La vicinanza di questi due grandi musei milanesi con la Galleria Moshe Tabibnia consente a tutti coloro che vogliono approfondire l’argomento un itinerario espositivo di grande rilievo storico-artistico, un percorso a due vie che intreccia in modo scambievole l’arte tessile con la pittura: dalla galleria ai musei, da questi alla galleria.
"Suolo sacro" è un intreccio tra trame e pennellate che via via porta a scoprire il grande valore che nei secoli viene attribuito al tappeto. Si può osservare, infatti, come essi siano ammantati di non pochi significati simbolici e allegorici all’interno dell’arte figurativa antica e moderna, divenendo emblema della regalità celeste (Vergine Maria e santi) e del potere terreno (re e imperatori), ma anche allegoria della fugacità della bellezza e della vita stessa (ad esempio, nelle rappresentazioni del tema della vanitas nelle nature morte del secolo XVII).
Da un punto di vista pratico il legame tra pittura e tappeto è ulteriormente evidenziato dal nome che ancor oggi, per convenzione, si utilizza per identificare determinate tipologie di tappeti. Sono un esempio i tappeti anatolici “Tintoretto”, “Lotto”, Holbein” che derivano il loro soprannome dai tre grandi pittori che li hanno magistralmente rappresentati.